Paganini non ripete? Scopritelo guardando lo spettacolo.

Monologo in un atto per voce recitante, violino e chitarra

Nicolò Paganini (1782-1840) è stata una popstar della musica classica. Osannato in vita dal pubblico che gremiva i suoi concerti, amato e protetto dai potenti – il cancelliere Metternich lo volle a Vienna, re Francesco II di Borbone lo nominò suo virtuoso da camera e Papa Leone XII gli diede lo Sperone d’oro –, stimato e fonte di ispirazione per i grandi compositori dell’epoca, Schumann, Liszt, e in seguito Brahms e Rachmaninov, Paganini è un’icona della musica di tutti i tempi.
Violinista virtuoso per antonomasia, audace nella tecnica dello strumento fino a portare agli estremi, persino a superare, i limiti umani, al punto da alimentare il sospetto di immaginari patti con il diavolo, fu anche un valente chitarrista. Non suonando il pianoforte ricorreva alle sei corde per costruire e verificare la scrittura polifonica che avrebbe poi affidato all’orchestra. E anche sulla chitarra, come sul violino, il suo ingegno impareggiabile creò un idioma nuovo e inconfondibile. Se al violino affidò la sua anima più incandescente e temeraria, alla chitarra concesse di esprimere le sue emozioni più intime e poetiche.
Ma Paganini fu soprattutto un uomo. Un uomo moderno, curioso, tormentato, interprete ideale dei profondi cambiamenti che tra fine del Settecento e inizio dell’Ottocento attraversano l’Europa. Nonostante il suo aspetto non avvenente e una salute sempre precaria, egli amò molto le donne e da loro ricambiato. Come la mediocre cantante comasca Antonia Bianchi che gli diede l’unico e adorato figlio Achille, fino alla principessa Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella dell’Imperatore, amica, amante, estimatrice. A 58 anni Paganini, fiaccato da una malattia polmonare, forse tubercolosi, che lo rese afono, il 27 maggio 1840 a Nizza riconsegnò l’anima a Dio. Assistito dal 15enne figlio Achille, rifiutò l’estrema unzione e per questo il vescovo di Nizza ne vietò la sepoltura in terra consacrata. Il suo corpo verrà quindi imbalsamato e conservato nella cantina della casa dov’era morto. Solo molti anni dopo verrà sepolto nel cimitero della Villetta di Parma.
“La leggenda Paganini” racconta al pubblico questo straordinario musicista attraverso un format che alterna una voce recitante, quella del popolare attore Paolo Sassanelli che ha curato il testo con Bianca Melasecchi e Filippo Michelangeli, alle prodezze musicali di due virtuosi di prim’ordine, il violinista Davide Alogna e il chitarrista Giulio Tampalini. Perché suonare Paganini non è cosa da tutti, ci vogliono mani d’acciaio e anni di studio. Lo spettacolo è in un tempo unico, per non interrompere mai la tensione dell’evento, e prevede l’esecuzione dei grandi capolavori del compositore genovese, i Capricci per violino solo, la Sonata Concertata per violino e chitarra, Ghiribizzi e le Variazioni sul Carnevale di Venezia per chitarra, il celebre Cantabile in Re maggiore, la prima Sonata per violino e chitarra dal “Centone” e il guizzo inconfondibile della “Campanella”, tratta dal terzo tempo del Concerto n. 2 per violino e orchestra.
«Paganini non ripete?». Scopritelo guardando lo spettacolo.

ARTISTI

Paolo Sassanelli, attore

Davide Alogna, violino

Giulio Tampalini, chitarra

Paolo Sassanelli, regia

testo di Biancamaria Melasecchi, Filippo Michelangeli, Paolo Sassanelli

PROGRAMMA

N. Paganini
Ghiribizzo n. 27 in Re maggiore per chitarra
Capriccio n. 16 in Sol minore per violino
Romanza dalla “Grande Sonata per chitarra sola”
Capriccio n. 24 in La minore per violino
Sonata n. 1 in La minore (dal Centone di Sonate per ch e vl)
Sonata concertata in La maggiore op. 61 MS 2 per ch e vl
– Allegro spiritoso
– Adagio assai espressivo
– Rondeau, allegretto con brio, scherzando
Moto perpetuo per violino e chitarra (originale per violino e pf)
Cantabile in Re maggiore per violino e chitarra (originale per vl e pf)
La Campanella, 3° tempo del Concerto n. 2 per violino e chitarra (originale per violino e orchestra)